AI-intelligenza artificiale

Problemi più grandi? AI aiuta a porsi domande migliori

Dall’iniziale diffidenza, alla corsa all’intelligenza artificiale (AI): buona parte delle organizzazioni, che si tratti di settori sanitari o di aziende fintech, sembra aver incorporato l’intelligenza artificiale nelle proprie operazioni. Strumenti di intelligenza generativa come chat GPT spingono i leader a domandarsi in che modo e con quale frequenza l’intelligenza artificiale possa essere davvero d’aiuto per le loro aziende. (Ne abbiamo accennato qui)

Considerare AI come un mero strumento per ridurre i costi  o alleviare le inefficienze umane (applicate ad un lavoro ripetitivo), o aumentare la capacità produttiva e di analisi di migliaia di dati, è molto riduttivo!

La tecnologia “intelligente” è in grado di fare molto di più: può aiutarci ad esempio nella comprensione di un mondo sempre più complesso. Affiancandosi a soft skills tipicamente umane, come pensiero critico, propensione all’innovazione, apprendimento attivo, creatività, originalità, problem solving, l’intelligenza artificiale può indurci a porre domande più astratte, focalizzando la nostra attenzione sul processo di ideazione. Strumenti di AI come chat GPT sono proprio in grado di migliorare reagendo al contesto, rendendo la capacità di porre domande molto più preziosa durante il procedimento euristico.

Per esempio, l’AI può venire in nostro aiuto collaborando in aree che riguardano la progettazione del prodotto o l’efficienza dei processi. La sua interazione può aiutare le persone ad imparare a porre domande più intelligenti e, quindi, a diventare:

  • risolutori di problemi più complessi
  • promotori di conseguenti innovazioni.

 

Dallo sviluppo alla creatività

In un primo momento, durante lo sviluppo dei tool automatizzati, i software engineer hanno dovuto decidere di porre a monte domande molto precise. Ora i tempi sembrano essere maturi per identificare la tecnologia intelligente come un mezzo per aiutare le persone a pensare in maniera più utile ai problemi, per diventare sul lavoro risolutori creativi e curiosi. Recenti studi hanno infatti evidenziato almeno due metodi a disposizione dei leader aziendali per allenare le capacità di ricerca attiva, sfruttando il lavoro dell’AI.

  1. La tecnologia viene utilizzata per modificare la frequenza e gli schemi delle domande: l’intelligenza artificiale aumenta velocità, varietà e novità delle domande.
  2. L’intelligenza artificiale può aiutare a trasformare condizioni e ambienti in cui le persone lavorano, in modo da far emergere domande foriere di cambiamento. Spostandosi in un campo meno conosciuto, infatti, anche i leader sembrano più votati alla riflessione, al pensiero critico e quindi all’azione innovativa.

 

AI: due percorsi, più idee rivoluzionarie

 

Velocità varietà e novità

Per poter collaborare con AI ed aumentare velocità, varietà e novità delle domande, le aziende devono addestrare algoritmi in grado di rispondere a domande di base. Che agiscano su quesiti semplici, in modo indipendente, per rivelare modelli profondamente insiti nei dati. Una volta stabilite le basi, si potrà sperimentare la possibilità di domande più legate al contesto o più sfumate, alle quali i tool di intelligenza artificiale non sono ancora in grado di rispondere in autonomia.

Velocità delle domande

Gli algoritmi rispondono con immediatezza alle domande poste dai leader, consentendo quindi di porre nuovi quesiti con più frequenza e velocità. Ci sono comunque dei rischi nell’utilizzare Ai per generare domande rapide. Tra i tanti, la possibilità che vengano poste sempre più domande senza intraprendere un percorso risolutivo efficace, o senza rendersi conto di quando un processo smetta di essere produttivo. D’altro canto, più domande non significa necessariamente domande migliori. Il giudizio umano sarà in ogni caso indispensabile per decidere come procedere.

Varietà di domande

L’intelligenza artificiale aiuta a scoprire modelli e correlazioni all’interno di un gran volume di dati. Questo tipo di connessioni non è applicabile senza l’utilizzo della tecnologia. Sapere di poter contare su questo strumento mette i leader nelle condizioni di esplorare nuove idee, altrimenti difficilmente prese in considerazione. Facendo un esempio pratico, domande più specifiche, che prevedano quindi l’analisi di una grande mole di dati passati, possono aiutare ad individuare nuovi trend nel futuro. Dal punto di vista commerciale, una vera bomba in termini di competitività!

Novità delle domande

AI facilita anche ricerche più approfondite, aiutando gli utenti a compiere il category jumping. Ossia, a spostare la comprensione da un argomento ad uno spazio totalmente nuovo. Porre domande uniche può contribuire a variare l’indirizzo di lavoro dei team, facilitando il vaglio di quesiti unici – quasi non trattabili dal punto di vista del cervello umano – o scardinando bias cognitivi radicati.
Domande che inducano al category jumping non nasceranno in ogni momento dal confronto con l’intelligenza artificiale. Se ci si mantiene aperti alla possibilità che questo accada, consentendo la libertà di indagine, si apre certamente la strada ad incontri più frequenti.

Riassumendo: le nuove connessioni stabilite da AI possono suscitare nuovi interrogativi, che a loro volta possono condurre a indagare su nuove evoluzioni mai prese prima in considerazione.

To be continued…