Business Intelligence: ecco un tool da scegliere (2)

Business Intelligence e AI

Il quadrante Gartner, che abbiamo incontrato nella puntata precedente, ci ha chiarito le idee ed ora siamo pronti per acquistare il miglior tool di Business Intelligence sul mercato. Sì, ma quale? Seguiamo i consigli di Gartner e scopriamo uno dei 5 top player del settore.

Qual è l’obiettivo di questi strumenti?

Lo scopo degli strumenti di BI è quello di tramutare i dati in un vero e proprio asset aziendale, così da supportare tutti i processi, in primis quelli decisionali, grazie ad una base sicura di informazioni. Così facendo, potremo limitare il concetto di reporting sviluppato sulle singole aree aziendali, arginando l’autoreferenzialità che spesso lo distingue. E poi produrre dati certificati e disponibili per diversi ambiti dell’impresa!

Quali sono gli aspetti da tenere in conto per scegliere il tool giusto?

La gamma di applicazioni di questi strumenti, come abbiamo capito, è pressoché illimitata. Quindi, provando a sintetizzare, individuiamo tre criteri fondamentali per effettuare la nostra scelta:

  • Punto di vista utente
  • Punto di vista IT
  • Costi diretti e indiretti

Punto di vista utente

Come abbiamo visto, uno dei fattori decisivi per la scelta del nostro tool di Business Intelligence è la sua propensione alla “Data Democratization”. Vale a dire, la possibilità di estendere l’accesso ai dati certificati da parte di più ruoli aziendali e, quindi, la creazione di modelli di analisi e visualizzazione necessari alle diverse aree di business.
La facilità d’uso diventa dunque un aspetto importante da considerare, qualora l’utilizzo dei dati debba essere esteso anche ad operatori con una limitata o ridotta comprensione degli strumenti tecnologici e informatici.

In questa direzione, anche la facilità di implementazione del tool può essere un buon motivo di scelta, così come la possibilità di usare funzioni molto utili (es. il drag and drop), o low code. Tutti aspetti che riducono o azzerano la necessità di conoscere il linguaggio di programmazione. In fase di selection, teniamo quindi in mente la facilità di utilizzo ma non dimentichiamoci di tenere in conto le possibilità di normalizzazione dei dati e di reporting che il tool ci offre. In questo senso, la scelta di uno strumento o di un altro deve dipendere da due opzioni metodologiche preliminari:

  • Se affidare la normalizzazione dei dati all’area IT o alle singole aree aziendali.
  • Se delegare il reporting a personale qualificato o alle singole aree aziendali.

Implementazioni

In caso di implementazioni, meglio focalizzarsi sulla possibilità di avere già a disposizione vere interfacce costruite per i principali applicativi. Oppure, sulla presenza di interfacce web per facilitare la creazione di Sentiment Analysis ed effettuare il text mining di diverse informazioni (fondamentale in ambito ESG). Anche la presenza di built in reports va considerata come un plus per la rapida introduzione della Business Intelligence in azienda.
Molti tool dispongono anche di funzioni analitiche incorporate (Embedded Analytics) che permettono di trattare i dati grezzi fino al risultato finale. Si parla infatti di Augmented Analytics, tramite i quali è possibile generare automaticamente vari livelli di analisi, partendo da statistica descrittiva, what if, bootstrapping e text mining.

To be continued…