
26 Lug Collaborazione con AI: creare condizioni per domande migliori
Nell’aggiornamento precedente abbiamo individuato due metodi a disposizione dei leader aziendali per allenare le capacità di ricerca attiva, sfruttando al contempo il lavoro e la collaborazione con AI:
- Utilizzare l’intelligenza artificiale per aumentare velocità, varietà e novità delle domande.
- Trasformare condizioni e ambienti in cui le persone lavorano grazie ad AI, in modo da far emergere domande dirompenti e rivoluzionarie.
Del primo aspetto abbiamo già parlato qui, ora occupiamoci del secondo metodo.
Creare le condizioni per domande migliori
L’intelligenza artificiale può aiutare i leader a cambiare la propria modalità operativa consolidata e a mollare un po’ la presa. Si tratta di un buon approccio: la velocità, varietà e novità delle domande poste ad AI implementa il processo di riconoscimento degli errori. L’atteggiamento riflessivo indotto dall’interazione incoraggia a mantenere una mente aperta al cambiamento, alla possibilità di errore e alla ricerca di soluzioni più originali.
Come possiamo immaginare, all’interno delle vaste possibilità di collaborazione con AI, possono emergere anche degli intoppi. Ricerche recenti suggeriscono la difficoltà di interazione con l’intelligenza artificiale da parte di alcuni operatori, per via delle capacità sovrumane e dell’imprevedibilità di AI, che impediscono loro di fidarsi completamente di questo strumento.
Un sentimento di sfiducia nei confronti della tecnologia difficilmente favorisce la ricerca creativa, quindi meglio non lasciare solo all’intelligenza artificiale il compito di produrre le condizioni per un pensiero innovativo e per la risoluzione dei problemi.
Come agire, allora? Dove si cela lo spazio, all’interno del processo di problem solving, per accorpare temi apparentemente non correlati? Come creare una condizione psicologica positiva, in grado di spingere a porre domande di vasta portata e utilizzare AI in modo più efficace? (Quante domande! 😉)
È necessario scoprire come indurre le persone a sbilanciarsi, creando domande che vadano oltre la loro zona di comfort. Sia il leader che il team devono imparare a gestire situazioni di incertezza, nate da domande destinate a condurre in territori non esplorati. Il processo non è semplice, ma i risultati possono essere entusiasmanti e costituire il maggior vantaggio nella collaborazione con un sistema di intelligenza artificiale. L’entusiasmo, poi, fornisce slancio e motivazione per superare un processo difficile, alimentando ulteriore creatività.
Mitigare le debolezze dell’AI con i punti di forza umani
L’intelligenza artificiale può essere sovrumana per molti aspetti, ma ha certo anche delle debolezze. La tecnologia è essenzialmente retrospettiva, cioè addestrata sui dati di ieri, ma il futuro potrebbe divergere dal passato. Inoltre, i dati di addestramento imprecisi o imperfetti, per esempio distorti da bias, possono produrre risultati deludenti. Leader e team devono imparare a gestire questa variabilità, se vogliono considerare AI come un partner dal pensiero creativo efficace.
Un buon sistema potrebbe essere concentrarsi sulle aree di lavoro in cui cervello umano e capacità artificiali si integrano e completano a vicenda.
L’intelligenza artificiale aumenta il volume di dati che possiamo elaborare e il grado di complessità da gestire, mentre il nostro cervello lavora in maniera riduttiva. Genera cioè delle idee destinate ad essere condivise e spiegate ad altri. Le macchine mancano di immaginazione e giudizio (morale), mentre l’uomo è in grado di attingere a tali capacità critiche, sfruttando al contempo la velocità, varietà e novità delle domande da porre ad AI per risolvere i problemi all’interno della propria organizzazione.
Simili differenze sostanziali costituiscono il materiale per una fruttuosa collaborazione, ottimizzarle può ridurre la minaccia potenziale di AI per il lavoro umano.
Con intelligenza artificiale e umani che lavorano ai rispettivi punti di forza le incognite sconosciute possono essere svelate, aprendo la porta a pensieri rivoluzionari e salti logici che nessuno dei due attori sarebbe in grado di fare da solo. Per sfruttare questo potenziale, i leader devono guardare l’intelligenza artificiale sotto una nuova luce, meno legata al concetto di risparmio/efficienza/automazione e più votata a ispirazione, immaginazione e innovazione.
Tutto questo richiederà certo la costruzione di una cultura aziendale che supporti, incentivi e ricompensi il processo di collaborazione. Accettando che spesso, per grandi domande, non si conoscano necessariamente (ancora) le risposte.